Since our project started, we have been able to welcome five wonderful groups of dancing meditators, coping in our own way with the pandemic and all that this entails. It was immediately clear to us, but also to the participants and to the people involved in the project that what we were doing was special, especially in this moment, so we found the strength to go on and persevere despite the great difficulties that we all know. We danced, meditated and cultivated presence for 25 full days in the last year, which is almost a month, which is almost an entire cycle of the moon. And we danced at night under the moon and during the day illuminated by the light of the solstices.What is silence? The question that arises spontaneously and on which most of the dancing meditators find themselves pausing during the retreat. Enter and leave it, enter and leave it until the border becomes blurred, until the concept dissolves naturally, the meshes expand making the colors of the contents more vivid. In the evening, with the sound of the fire, a last look at the sky before going to sleep. Perhaps silence is an expanded sound, dispersed in space, the immense noise of the stars that reaches us like a delicate, imperceptible, very subtle thrill.Yes, we are happy, because many dancers found the space they needed and recognized the complex simplicity of what we are proposing.
Da quando il nostro progetto è partito, dialogando a modo nostro con la pandemia e tutto quanto questo comporta, siamo riusciti ad accogliere cinque meravigliosi gruppi di meditatori danzanti. E’ stato chiaro sin da subito a noi, ma anche ai partecipanti e alle persone coinvolte nel progetto che ciò che stavamo facendo era speciale, in particolar modo in questo momento, così abbiamo trovato la forza di andare avanti e perseverare nonostante le grandissime difficoltà che tutti noi conosciamo. Abbiamo così danzato, meditato e coltivato la presenza per 25 giorni interi nell’ultimo anno, che sono quasi un mese, che è quasi un intero ciclo di luna e abbiamo danzato di notte sotto di lei e di giorno illuminati dalla meravigliosa luce dei solstizi.
Cos’è il silenzio? La domanda che sorge spontanea e sulla quale la maggior parte dei meditatori danzanti si trova a sostare durante il ritiro. Entrarvi e uscirne, entrarvi e uscirne finché il confine diventa labile, finchè il concetto si dissolve naturalmente, le maglie si espandono rendendo più vivaci i colori dei contenuti. Alla sera con il rumore del fuoco un ultimo sguardo al cielo prima di andare a dormire. Forse è suono espanso, disperso nello spazio, l’immenso rumore delle stelle che arriva a noi come un delicato, impercettibile sottilissimo fremito.
Si, siamo felici, perché molti partecipanti hanno trovato lo spazio di cui avevano bisogno ed hanno riconosciuto la complessa semplicità di quanto stiamo proponendo.