I think of silence as a way to reset the “doing / listening” system, to find a balance between action and reception. Our nervous system finds it very difficult to allow these two directions to coexist and it tends to lose its balance towards an excess of activity, losing the ability to register internal or external sensations. Dance, especially contact improvisation, requires adaptation and continuous attention to the events that change moment by moment, we become the form that our perception requires of us. The challenge, for me, will be to contribute to the creation of a space where this can all be shared, where the inner process can be made available for dance, to nurture a community creative process such as that of a Jam. The idea of donating the fruits of meditation to the group and transforming them into creative stimuli for improvisation will be my research space with you. I hope that in “dancing together” we will understand the value of “meditating alone”.
NUTRIRE LO SPAZIO CREATIVO DEL SILENZIO – Michele Marchesani
Penso al silenzio come ad un modo per resettare il sistema fare/ascoltare, ritrovare un equilibrio tra l’azione e la ricezione. Il nostro sistema nervoso fa molta fatica a far coesistere queste due direzioni e spesso si sbilancia verso un eccesso di attività perdendo la capacità di registrare sensazioni interne o esterne.La danza, in particolar modo la contact improvisation, richiede un adattamento ed una attenzione continua agli eventi che istante dopo istante si modificano, diventiamo la forma che la nostra percezione ci richiede.La sfida per me sarà contribuire alla creazione di uno spazio dove tutto ciò è condivisibile, dove il processo interiore può essere messo a disposizione della danza per nutrire un processo creativo comunitario come quello di una Jam.L’idea di donare i frutti della meditazione al gruppo e di trasformarli in stimoli creativi per l’improvvisazione sarà il mio spazio di ricerca con voi.Mi auguro che nel “danzare insieme” capiremo il valore del “meditare soli”.